Angelo Della Marianna, nominato nuovo CT della Nazionale di pesca al tocco in torrente

Ciao Angelo, prima di tutto complimenti per il nuovo incarico. Te lo aspettavi?
Buongiorno a voi. Sinceramente no, non me lo aspettavo. Mi son spesso sentito dire “con quello che hai vinto” oppure “grande pescatore”, ma a dire il vero quello che mi è sempre interessato – e interessa tuttora – è che dicano “Angelo è una brava persona”. Tant’è che quando Robert Fra – ex CT della nazionale, a inizio Gennaio mi chiama per propormi l’incarico, sono rimasto un po’ spiazzato e la mia prima risposta è stata “credi che sia all’altezza?”.
La cosa piacevole è che la risposta è semplicemente stata “Sei la persona adatta perchè oltre alla conoscenza e ai risultati nella pesca, sei l’unico che va d’accordo con tutti”.
Io non mi son sentito di dare subito una risposta, ne volevo prima parlare in famiglia o almeno valutare e confrontarmi in casa.
La chiamata l’ho ricevuta il martedì, e la risposta la volevano entro sabato. Le persone più vicine con le quali mi sono confrontato mi hanno incoraggiato da subito, e in più persone mi han detto che è un riconoscimento alla mia carriera, che ne sarei dovuto essere orgoglioso. Nonostante la mia titubanza, nella totale “riservatezza” della proposta, già dal giorno successivo la telefonata ho iniziato a ricevere messaggi, uno dopo l’altro, di pescatori che si complimentavano con me per il nuovo incarico. Ho capito che mi volevano, ancor prima che accettassi! Vista la situazione e il riscontro inaspettato, ho accettato questa nuova sfida.
Quindi per i prossimi 4 anni ho preso l’impegno di guidare la nazionale di pesca al tocco.
Penso possa essere la ciliegina sulla torta di una carriera agonistica ricca di successi ma soprattutto piena di esperienze. Posso dire che il riscontro mi da già tanta soddisfazione, dalla mia vedrò di impegnarmi, come sempre, al massimo.

Sei cresciuto in Valmalenco, ma hai pescato ovunque. Che ricordi hai?
Ad essere pignoli, io sono originario di Mossini, mi sono poi trasferito in Valmalenco dopo il matrimonio. Posso raccontarvi che il “vecchio Mallero”, prima del disastro del 1987, era come andare in una riserva. Ci si divertiva parecchio ed era molto ricco di pesce.
Per me è sempre stata una palestra ideale per l’allenamento. Ora non dico che sia peggiorato, ma l’alluvione ha sicuramente cambiato le cose. Inoltre posso dirvi che le mie capacità, acquisite nel corso degli anni, delle gare e dell’esperienza fatta, deve molto al Mallero di quei tempi.
Dall’altra, se prima era un paradiso – e chi ha avuto la fortuna di pescarci può confermare, oggi non dobbiamo comunque lamentarci. Abbiamo una situazione che rispetto ad altri posti in giro per la penisola è molto rosea. Quando gli amici di altre regioni vengono a trovarmi, rimangono sempre sorpresi per i pesci che trovano e per la presenza distribuita uniformemente degli stessi. Penso che essere cresciuto in un contesto come quello valtellinese sia stata una fortuna.
C’è pesce ovunque: laghi alpini, torrenti, fiumi. Ovunque ti giri e c’è acqua, puoi fare esperienza, con qualsiasi tecnica.
E i migliori campi gara dove li hai trovati?
Per me uno dei più belli in assoluto è da noi, ed è il campo gara di Paniga. Torrentizio in alcuni punti, caratteristiche da fiume in altri. Puoi prendere i pesci da sotto i piedi fino alla sponda opposta. E’ molto tecnico, bisogna saperlo interpretare al meglio. Per me rimane uno dei migliori in assoluto.
All’estero ho pescato ovunque, ma ricordo piacevolmente i fiumi in Bulgaria, sui Pirenei francesi (a St Laurent de Neste). La Val di Bregno (sopra Bellinzona) ha dei bellissimi torrenti. Nel Modenese, zona Fanano, Torrente Leo e Scoltenna, erano bellissimi. Dico erano perchè purtroppo negli anni han fatto dei lavori, han costruito centraline, la portata dell’acqua è cambiata e ora non sono più come prima. Ma io resto con i ricordi di posti bellissimi. Posso solo dire che spiace vedere i torrenti nei quali ho maturato esperienze e ai quali associo bei ricordi, compromessi da piccole centrali. Anche perché in quei casi ci guadagna qualche piccola casa, qualche piccolo nucleo, però per quel che riguarda il contesto si vede e si percepisce il danno fatto.
Ma ripeto, per come pesco io , a livello di polivalenza, il miglior campo gara, per me, resta quello di Paniga in Adda.

Rispetto a quando hai cominciato tu, che percezione hai dell’acqua?
E’ cambiato qualcosa? Vedi e/o senti differenze?
I primi anni che pescavo le acque erano sempre belle pulite. Si notava molto meno il disgelo, forse per le precipitazioni e le temperature che reggevano ancora. Poi c’è stato un periodo (tra gli anni 80 e 90) in cui l’acqua era soggetta a qualche scarico discutibile, a certe ore vedevi la schiuma. Ora tra depuratori, sensibilizzazione e leggi adeguate, sembrerebbe che si tutelino molto meglio i corsi d’acqua.
Un’altra cosa che sicuramente è venuta a mancare, nel tempo, sono i silos in fiume. Facevano da polmone per i pesci, da ammortizzatore in caso di ondate di piena.
Per farvi capire: nel disastro del 1987 tutta la piana di Ardenno era completamente sommersa. I silos in quel caso son serviti a proteggere i pesci.
Oggi, purtroppo, con disgelo e materiale che confluisce a valle, molte buche sono ormai piene. Ai tempi se succedeva qualcosa, si andava e si puliva. Si liberava e si metteva in sicurezza. Ora le cose sono un po’ cambiate. Il pesce c’è, non è sparito: si sposta, si adatta, si adegua. Sono cambiati i corsi d’acqua e la relativa manutenzione rispetto a una volta.
E cosa comporta essere Ct della nazionale? Scelte e decisioni importanti?
Sai che probabilmente non l’ho ancora capito a pieno, sono appena all’inizio.
Ti posso dire che dopo Pasqua inizierò il primo club azzurro da CT, a Campobasso nel Biferno. A febbraio quando ho accettato, la Federazione mi ha chiesto i nominativi per i mondiali in Bulgaria (8-9 Maggio). I primi 2 classificati del Club Azzurro accedono di diritto. Il terzo-quarto-quinto convocati li avrei dovuti scegliere tra il terzo e il decimo classificato. Ma considerando che l’anno scorso facevo il pensionato a tempo pieno, e non ho seguito tanto le gare di qualificazione, ho deciso di prendere semplicemente i primi 5 del Club Azzurro. Da questa stagione in poi valuterò anche io, ma resto dell’idea che se un atleta si guadagna la convocazione sul campo gara, si merita il posto in squadra. Penso sia la scelta più corretta nei loro confronti.

Grande curiosità: come si gestisce e si allena un team? Come si può migliorare la prestazione di un atleta a questi livelli?
Più che allenare, c’è da dire che i ragazzi tutti i weekend sono sui campi gara.
Se c’è una gara… la fanno, spirito agonistico puro. Un week-end c’è l’italiano individuale, uno l’italiano a squadre, e ci fosse una domenica libera, si fa di tutto pur di trovare una gara alla quale iscriversi. Di base la gara stessa è allenamento per i ragazzi, ragazzi che conosciamo da anni, sappiamo come operano. Per il mondiale andremo a vedere e provare i campi gara, gireremo i vari settori, e poi ci confronteremo sulle sensazioni percepite durante le prove. In modo da essere tutti preparati. Come in Formula1 fanno le prove libere, le prove cronometrate ecc., anche per il nostro mondiale sarà così. A questi livelli io mi occuperò di gestire i rapporti con la federazione, posso dare consigli, ma i ragazzi saranno e dovranno essere concentrati solo ed esclusivamente sulla pesca. Per avere la mente libera e rendere al meglio.
Quando arrivano a questi livelli, i ragazzi sono già formati. Può andarti bene una gara, puoi fare un risultato, ma se dopo tutte le varie selezioni raggiungi livelli così alti, significa che sei al massimo della prestazione.
Per i giovani che volessero intraprendere la carriera delle gare, cosa ti senti di consigliare?
La nazionale ad oggi è formata da un gruppo di ragazzi tra i 28 e i 40 anni circa. Tutti con esperienza, giovani e nel pieno della loro carriera. Le nuove leve invece sono un po’ in calo ultimamente. Ma tutto il settore pesca ne risente. Rispetto a qualche anno fa il numero dei partecipanti è diminuito drasticamente.

E questo calo di partecipazioni secondo te da cosa è causato?
Tutti gli sport sono in declino, forse un po’ meno il calcio. Computer e telefoni hanno indubbiamente contribuito a ridurre il numero di partecipanti. Aggiungiamoci che i genitori, zii e famiglia sono meno coinvolti rispetto a una volta, e di conseguenza non portano più i relativi figli e nipoti a pesca. Si è un po’ persa la voglia semplicemente di stare all’aria aperta a svolgere attività sane a contatto con la natura. Oppure chi si avvicina alla pesca, capita che la pratichi per un periodo, poi sparisce, poi magari ricompare. Non dico che sia una cosa ciclica – o prevedibile, credo sia un problema del nostro tempo. Una volta, al contrario, l’abbondanza di ragazzi c’era sempre. E con l’abbondanza c’era anche selezione, competizione. Gli anziani smettevano dopo un po’, ci mancherebbe, ma le nuove leve non mancavano mai.
E come si potrebbe ovviare a questa carenza di giovani?
Nel nostro specifico, in Valmalenco, tutti gli anni con le scuole cerchiamo di coinvolgere e far provare la pesca ai bambini e ragazzi. Magari partono in 20 a fare un corso, alla fine del quale rimangono 4-5 ragazzi. Se ogni anno se ne fermassero 4-5 , la media sarebbe già buona. Noi cerchiamo di far di tutto per far conoscere questa passione e tramandarla alle nuove generazioni. Sarebbe bellissimo se tra i ragazzi ai quali dedichiamo tempo ora, un domani ci fosse qualcuno pronto a vestire la maglia della nazionale.
Senti pressioni, senti responsabilità?
Sono molto più tranquillo ora, perchè conosco il mondo della pesca, sono tanti anni che sono li. I CT son sempre stati ottimi: si condividevano idee, ci si confrontava, e si lavorava in squadra. Io cercherò di trasmettere gli stessi valori ai giovani.
Prossimi appuntamenti?
Club Azzurro a Campobasso dopo Pasqua, poi le finali del Club Azzurro a Bergamo nel Serio il 12-13 Luglio. Li i primi 20 vanno alle finali. E poi ci sarà il Mondiale, 8-9 Maggio in Bulgaria.
Grazie per il tuo tempo Angelo!
A voi!
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